31 ottobre 2011

Corso per dilettici
E' bubbo notare come sarebbe segno di sanità per una nazione di occuparsi dei meno protetti e dare a tutti le opportunità e la possibilità di accedere al giusto lavoro per le proprie inclinazioni e capacità.
Mi stupisce sempre vedere la persona giusta al posto gisuto perché è rarissimo rispetto ad una massa di infelici o perché hanno un lavoro e ne vorrebbero un altro o perché si devono relazionare con chi nonè al posto giusto. E invece una massa di "figli di" è costretta al mestiere del babbo secondo i rigidi vincoli di casta che sono propri delle moderne società democratiche. E una massa di artisti è costretta a scuole di burocrazia e una massa di pensatori è a fare i lavori ma con le mani e anche si vede il contrario.

Ma mentre parcheggiare negli handicappati è considerato un grandissimo crimine a livello della società civile, le istituzioni sono sempre a metà tra spirito nazi-razzistico e ultratutele burocratiche. Uno stato omofobico che però mette i reati (che non applica assolutamente verso i figli dei principi) e fa i progetti e la propaganda vuota. Il tutto mescolato con istituzioni in perenne lotta per la sopravvivenza, magari come tutelatori di qualche categoria rara e da difendere a suon di presunte o vere europeat*.

Adesso cè quello dei dilettici, ad esempio. Sarebbe bello che uno dilettico potesse mettere a punto quei meccanismi di superamento dei problemi, magari anche senza essere costretto a fare cose che non è adatto e privilegiando quelle dove eccelle e ci piace. Sarebbe sano, utile a tutti e magari non sempre ope-legium ma perché così vuole la voluntatis populurom di una nazione dove tutti hanno parte.

Ma ovviamente non può essere così nei tempi conteporanei. Così i dilettici devono assolutamente fare esattamente le scuole che non andrebbero bene ma con tutto il supporto della burocrazia più bubba e vuota.
 Pochi si prenderebbero l'enorme rogna tutta burocratica di non farli passare a scuola, hanno poi un titolo uguale agli altri, possono quindi concorsare e lavorare dove è meno adatto a loro ma anche a tutti gli altri però con i diritti e le tutele che lo dice anche l'europ*.

Insomma anche in una società profondamente razzistica, sempre ostile con tutto quello che non è "normale" (cioè imparato dalla propaganda), cè lo spazio per vivere meglio da poveri che da "normali". Un po' come quello che se uno non ha qualche disgrazia non ha nessuna agevolazione per le cose, se uno è poverissimo allora ha i aiuti (mentre se è solo povero non li ha), ecc.

Allora ecco l'idea bubba di corsi per dilettici. Si garantisce che qualsiasi commissione darà l'ambitissimo pezzo di carta cheppoi aprirà tutte le porte e l'accesso a tutti i titoli, anche con [PROFESSIONE POTENTISSIMA] in sede per rilascio di certificati di dilettico seduta stante (con pagamento anticipato o a rate). Il corso è facile, il risultato sicuro e vale dallelementari fino alluniversità (che danno uno che prende gli appunti ai corsi e la garanzia assoluta di sempre promosso). A riprova della serietà dei corsi si garantisce un ricorso gratuito a chiunque sarà disprivilegiato pur avendo i diritti.

L'unica cosa che non si insegna ai corsi è come cavarsela se uno è dilettico davvero. Quindi astenersi poveri, desiderosi imparare come fare meglio e poco bubbi in genere.

Ma ai corsi sono benvenuti i
Troppo bubbi!

29 ottobre 2011

Sempre presente
Mah. Io quello della mostra mi aspettavo di non capirlo ma siccome avevo il biglietto sono andato.
Intanto cè scritto da tutte le parti "Fare gli [pizzaioli]" eppoi è pieno di guardiani che guardano che non salti la coda o ti rubi le cose. Ma allora non scrivete di fare come i piazzioli da tutte le parti!

Ma più che della mostra grande è di quella piccola che volevo appuntarmi, che tanto avevo il biglietto anche per quella. Quella piccola, meno curata e poco frequentata riguarda il futuro, comè ovvio per questo posto che non si usa mai parlare al o del futuro.

Ma una cosa mi è parsa chiara, proprio interpretando i passati della mostra prima (che solo mi appunto del capolavoro di un battilastra che è semplicemente spettacolare e neppure esplicato. Quanto impegno è stato necessario per distruggere tutta quella cultura fino alle radici!).

Ad esempio cera l'auto elettrica. Ma se uno cambia le auto a dinosauri morti con quelle a litio estratto dagli schiavi il mondo non cambia. Non è quello il futuro, quella è la prosecuzione del presente con le sue guerre per rubare le materie prime, con la miseria che non mangiano e l'opulenza che sono grassi, e tutte le bubberie.

Il futuro, per comera con gli antichi, parte da una spinta ideale ma diversa da fare soldi o comparire in TV. Sarebbe come dire che uno vuole anche migliorare il mondo che ha trovato perché altrimenti quei soldi non compreranno nulla che abbia valore. Questo nei passati si vedeva, che pure erano bubbi e si gonfiavano le tasche, ma volevano anche cambiare le cose, non cambiare tipo di motore al trattore che tanto erano poveri e con la malaria.

L'auto elettrica ma come 1 auto a persona, trasporti pubblici miserabili, vite pendolari, città trasformate in parcheggi, morti e schiavi non è il futuro bello, quello che sono tutti vestiti di bianco e pelati.

Il futuro è che uno parte con l'idea di vivere meglio, di non buttare la vita sulle e sotto le ruote e che la massa di lamiere si vede ritoccata in bianco e nero nella parte della mostra che erano i passati. Poi, visto il futuro, uno ci può anche mettere le auto elettriche ma magari collettive, condivise, diverse, usate ma non per andare a lavorare o solo per chi lavora nei campi, o chissà ma non come i passati.

Fuori dalla mostra cè una via ma di parcheggi, un po' tranquilla ma grande. Un furgoncino vecchio ci dormivano con le coperte. Sono un po' nascosti ma se uno guarda sene dà conto e li avevo già visti alla sera che mangiavano nei cartocci e erano contenti che faceva un po' caldo. Un auto sicuro che ci mangiano ma al momento non cerano i bubbi che ci dormono.

Mah. Magari quando finisce la mostra daranno un prototipo di auto elettrica per dormirci a qualche altra famiglia di impoveriti. Tanto dovranno spostarsi solo la prossima settimana perché cè la festa che sono tutti ricchi o non so cosa ma di loro non viaggiano tanto. Con l'auto elettrica inquinano anche di meno e, grazie a questo finto futuro, ci sosteranno molto, ma molto, a lungo.

Troppo bubbo!

27 ottobre 2011

Tagliando e copiando
E' molto bello che la risposta alla globalizzazione sia globale, anche se ancora mi pare che non si sia abituati a vedere le cose come non legate alle singole nazioni, dando così peso a istituzioni o persone che dovrebbero essere completamente trascurate inquanto puppazzi e non pupari.

E un esempio di che è globale è quello dell'istruzione. Due premesse sennò poi non melo ricordo, dato che sono prive di senso logico.
1) che l'istruzione si diventa tutti ricchi. Ma si deve intendere solo l'istuzione di testa, solo imparata con un certo modo e solo in un certo tempo. E' un'idea talmente assurda che bisogna sempre ricordarsi che i enti che parlano di istruzione parlano solo di questo. Viceversa è male qualsiasi sapere che sia profondo, che non sia ricevuto in un certo tipo di struttura (e qui è logico data la necessità vitale delel strutture di tenersi vive a scapito di qualuque altra persona o valore) o che riguardi abilità manuali prima che di testa.
2) In senso liberita la spesa per l'istruzione (sempre delle istituzioni come dico prima) è una a) stupidaggine b) necessaria. Quindi con mille contorcimenti bisogna a) contenerla e dirigerla ai produttivi b) mantenere il livello di propaganda e la convinzione che si diventa tutti ricchi.

Allora il punto è che ci sono i test per vedere se i bubbini hanno imparato le cose (ovviamente non per vedere se quello che hanno imparato ha un senso o se contribuisce al progressare dell'umanità tutta) e con le crocette perché vige anche il mito che sia tutto scientifico e oggettivo.

E tante nazioni manomano viene fuori che alteravano i dati per fare più bella figura. I modi sono vari (e, almeno questi, non ancora globali): chi toglie i stranieri / diversamente intelligenti / sospetti e creativi. Chi toglie le scuole delle zone povere (che sarebbe come prima ma su base di geosfiga e non su base di sfiga su base di casta), chi semplicemente cambia i numeri. Però troppa è la gente coinvolta eppoi almeno un po' li hanno pescati.

Ma è bello che le istituzioni nazionali, ancora bambine sul piano della globalizzazione e dei miti del liberismo, stiano imparando a copiare e a truffare i dati.
Sono ancora a scuola, sono preoccupate di fare bella figura con i pupari e ricorrono a scelte estreme e a gesti disperati per compiacere chi le sovrasta.

E inoltre è un passo in più verso quella idea di fare ma per finta che permetterebbe ai stagisti dell'economia di essere contenti coi dati (falsi) e a tutti gli altri di vivere ma bene e senza paura. Neppure delle crocette.

Troppo bubbo!
Consacolpevolezza
Uhhh, che modernità!  Il sito della mostra dice che:

"Cliccando e inserendo la password, si potrà visualizzare il proprio percorso effettuato nella mostra [NOME MOSTRA].
Si entrerà in una pagina protetta, si prega di continuare senza preoccupazioni in quanto il sito è garantito."

Ah, che bello! Io effettivamente ero preoccupato. Non tanto per la mostra ma perché l'euro2, i poveri, la guerra, i lavori da finire, che magari farà freddo, il coriandolo che mira alla luce e non so se girarlo per farlo venire dritto o magari se doveva venre dritto di soli ne mettevano due come negli altri pianeti, e mille altre bubberie.
 Ma clicco, senza preoccupazioni.

Questa connessione non è affidabile
 [blabla]
 Il consiglio è di non proseguire la navigazione.

Vabbé vabbé, mi riprendo le mie preoccupazioni.

Sono consapevole dei rischi

"Consapevole"?? Mannò dei rischi mene impippo, sono solo contento e bubbo, anzi
Troppo bubbo!

26 ottobre 2011

Insania signum
Sono sempre meno soddisfatto dei blog che leggo, e già chene leggo pochi!

Col tempo mi pare che siano o finti (pagati o aspiranti tali, di partito o organizzazione) o limitati. Quelli limitati li miro perché, nel loro pezzetto, sono buoni o, almeno, ognitanto.

Mami piacerebbe leggere di bubbi più liberi, che non devono sempre sostenere il sacro straccio colorato di una politica calcistichizzata da ventanni e vecchia da secoli. Eppoi che non basano tutto sulle pizze, come se le pizze fossero l'unico posto dove uno vive (e senza che sene vergognino).
Vabbé il cibo locale ma quello per la mente dovrebbe essere più a chilometri [NUMERO GROSSO] possibile.

Nonè che non miro i blog non delle pizze, ma è un po' lo stesso. Uno si specializza e di quello dice, uno lavora lì e di quello prende le idee, uno è liberista eppoi lo assumono, uno dice i commenti dei prodotti eppoi lo pagano.
Ma anche quelli che non fingono sembra che abbiano quasi con la pretesa di dover essere sensati, aggiornati o in una competizione con i periodici da cui prendono la più parte delle idee e dei temi, novellus papalagi.

Mah.

Forse quello dei blog è un medio che ha dei difetti e che manca lo spazio giusto tra tanti cosi che erano per comunicare ma che ora servono per i punti e gli sconti e non per le idee che ancora non sai che non hai.

Così è finita che, ognitanto, leggo addirittura Bubboni!

Ma sarò ¿troppo bubbo?
In quaeris sensum
Un sole pallido fa brillare i diamanti
che la il gelo ha sparso sul marciapiede.

Un fiore purpureo mosso dal vento
si scrolla di dosso un leggero specchio parabolico.

Due piccioni di merd*
si scaldano sul cofano di un SUV puzzolente.
(Passando urlo all'improvviso BUBBHHHH
nella speranza, ¡esaudita!, che lascino un souvenir)

Nella montagna militarizzata si aggirano
armati mascherati rubando milioni, castagne e lavanda.
(¿Un tenero regalo per qualche schiava sessuale?)

Un candidato regala, coi punti, gadget a chi comparte
sui social cosi i suoi messaggi.
E mille bubbi discutono, ¿ma finti o superficiali?,
di quanto è nuova la tecnologia che si compra.

Forse la banca chiude per il pranzo
e riapre tra qualche mese.
Forse il bancomat darà soldi appena stampigliati.

Forse il governo manderà gli aiuti.
Forse la guerrà finirà per le feste.

Ma almeno il mio fresco coriandolo è al caldo,
al riparo dai piccioni, dall'acqua e dal gelo.
Nascosto [NONDICODOVE] non lo troveranno coi radar,
frutto di una tecnologia che non si vende e non si ruba,
rende con interesse sicuro e netto,
e, distratti principi della democratura,
non mene toglieranno il 50% per darlo a mafie e amici.

E, sicuro più di una qualsiasi europeat*,
presto mene papperò le foglie tenere,
memorando di quando il seme custodiva
il senso del futuro e della vita.

Troppo bubbo!

25 ottobre 2011

Qualcuno conta
Miravo che nel coso che poi scrivo questi appunti ora il contabubbi è incorporato. Non che puoi scegliere se tene importa, cè e basta. Vabbé, non lo miro e non mi interessa, mami viene il sospetto che abbiano sempre contato i bubbi anche senza dirmelo.

Come se qualcuno contasse tutto, chi legge, quante parole per appunto, quante lettere 'B' per mese, quante virgole per semestre.

Così mi pare quasi raro che mentre ascolto l'aradio, ma FM, nessuno mi conta, nessuno mira se il segnale è stato decodificato o no, se cambio canale o se sto schiacciando un sognetto.

Però non ho dubbi sulla tutela dei dati del sitio. Tutta questa massa di informazioni potrebbe portare a comunicazioni mirate per essere interessanti, a prodotti disegnati esattamente come piace a me, a scelte politiche aderenti alla volontà del popolaccio e tutto. E invece finisce tutto in mano ai bubbi e non serve assolutamente a nulla.

Meglio così, così è già
Troppo bubbo!

22 ottobre 2011

Chi la fa
Alla radio delle tapas ho ascoltato un bubbo che diceva una cosa bubba. Che ora che hanno riconosciuto che le armi non menano alla soluzione (che è una cosa che tutti la vedono ma sembra che non tutti la capiscano e la riconoscano, è l'alzaime del militarismo), si può tornare ad usare delle parole che i terroristi si erano prese.

Ora "Gora Euskadi" non sarà più comunque sospetto di sostenere degli assassini, ed è bello questo che le parole rubate ritornano in vita, almeno loro!

E anche mi davo conto che così come le grosse aziende sono in realtà fatte dai stagisti programmatori che decidono autonomamente, nell'ambito della loro confusione mentale ed ignoranza, come maltrattare i schiavi clienti, allo stesso modo la lingua delle pizze è oggi fatta dai stessi stagisti programmatori.

Miravo, come già dicevo, alla ricevuta di quello del sondaggio. Gran collezione di errori ma nessun capone si degnerebbe di considerare che la sua stellare sinecura implicherebbe almeno di ficcanasare nella comunicazione che milioni e milioni di bubbi ricevono. Risuona in ogni dove l'autobombo tipico degli enti a nomina politica, ma è l'ultimo bubbo che sceglie l'immagine aziendale e che crea la grammatica e il gusto. Gli altri possono solo limitarsi ad archivare i frutti di tanta ignoranza per 10 anni, e con cura e sanzioni.

Troppo bubbo!

21 ottobre 2011

829
Spesso i commentari alle notizie dei periodici ci sono i bubbi che dicono che la tale notizie è irrilevante o che l'autore evidenzia solo le cose più insignificanti di qualche grande avvenimento.

Siccome i periodici delle pizze hanno sempre sostenuto i terroristi assassini dell'ETA (che credevano fosse una specie di indipendentismo come quello delle pizze, un po' folklorico, un po' pici* ma nulla più) mi aspettavo che ora ne parlassero, sia pure a loro modo.

Mi sbagliavo. Sono lì a riportare vecchie foto già viste sulla rete, l'enneismo ex-amico che hanno ammazzato (come se fosse il primo e non quello del momento), bubberie e cretinate a tutto spiano ma non a dare evidenzia che, 829 morti dopo, qualcuno ha capito che le armi non sono una soluzione.

Ma non esaltano la notizia o il fatto che le armi non sono una soluzione?
Eppure questo spiegherebbe non solo il passato ma benebene anche il futuro e non solo dei pintxo. Senza considerare che riflettere su chi nutriva di armi l'ex-amico (e l'ETA) sarebbe estrematamente utile ed istruttivo.

Agur, ETA.

20 ottobre 2011

Superazione
Nella lagnanza generalizzata che non cambia mai nulla mi chiedo se si aprono delle crepe ognitanto.

Sono 4 ore che gli assassini di oltre 800 persone hanno comunicato "la superazione della confrontazione armata". Dopo 43 anni tutto cambia.

E' anche vero che altre cose non cambiano. L'amico dittatore dei governi di ieri, oggi è un tiranno morto, come tanti prima di lui che erano amici e poi li ammazzano.
Ed è probabile che il governo che ha portato alla fine di ETA non sarà valorato alle elezioni e la pubblicità alla radio dopo l'annuncio istorico della fine della violenza è la stessa.

E ancora una volta si mira che le armi non hanno determinato il cambiamento buono, ma che portano a tutti i cambiamenti della padella.

Ma è del bubbo non cambiare idea, soprattutto quando è sbagliata, fino al punto di non vedere i cambiamenti. E a non volerli con tutte le forze, neppure quando gli sarebbero di beneficio.

Troppo bubbo!
Ricevuto ricevuta
"Gentile Signore,\n\n\nabbiamo ricevuto il Questionario , da Lei compilato,"

Peccato. Avrei preferito che riceveste da me un corso di programmazione & punteggiatura.

Troppo bubbo!

19 ottobre 2011

Bubbitati questio
Mettevo le crocette sul coso che ogni 10 anni, ma che finisca con 1, le chiedono. Già mi lagnavo che cerano poche lagnanze mami pare che dovrebbero essercene tante e nel merito.

Dalle domande viene fuori quali pregiudizi volevano dimostrare ed è incredibile che il pubblico che paga perché facciano le domande (anche con il suo tempo a mettere le crocette e a memorare dovera all'epoca dei fatti) non sembra aver posto domande sensate ed utili. Ma del resto se tutti i sondaggi sono falsi è logico che questo che ne è il re sia più falso ed inutile degli altri.

Di bello però cè che non cè quello dell'europ*. Così non ci sono domande tipo "Quante renne ha nella stalla? [ ] più di 10, [ ] più di 20, [ ] più o meno 100", oppure "Verbotten pokoie zalm? [ ] Sì [ ] Poco"

Ma quello che manca erano domande tipo
Sei felice? [ ] Sì [ ] Tanto [ ] Troppo

e soprattutto
Quanto sei bubbo? [ ] Sì [ ] Tanto [ ] Troppo bubbo

17 ottobre 2011

Istrumentas cogitatio
Anche la prensa non pizzaiola ha detto di quello della carbonara, che si picchiavano e che è stato l'unico 15-O dove è successo. Volevo appunarmi perché che mi pare che non esplicavano bene, anche se di quello delle pizze poi non è che ne sappia tanto più che gli altri.

Due sono le questioni. 1) l'analfabetismo 2) la vecchiezza profonda.

1) Così come tra le mille cause della violenza con le donne una è l'analfabetismo affettivo, per cui i sentimenti sono poi distorsionati fino al livello di espressarsi in forme malatologiche, tra le cause della violenza politica cè quella di non sapersi espressare in altra forma.
Questo però si spiega con
a) quello che l'idea diffusa tra i pizzaioli che non si può fare nulla, perché come ci provi le prendi e i media non ti rappresentano, limita l'idea e l'esperienza che si possono comunicare delle istanze sociali in modo "normale", stabilendo un dialogo interno alla società che non sempre quello che chi non applaude è un terrorista cane;
b) la corruzione delle istituzioni è talmente profonda che la società civile non può essere non solo sullo stesso piano ma neppure essere parte dello stesso tessuto. Le istituzioni sono collegate tra loro e basta, la divisione in caste è netta e sempre più visibile dato che non cè neppure l'idea di non doverla ostentare in nome delle stabilità o della armonica sottrazione del plusvalore (o di quello che ne resta). Questo non è per dire che è ridotta la mobilità sociale ma per dire quello che chi sta sotto ha tutte le vie sempre più chiuse e una percezione sempre più chiara di essere dalla parte sfigata del coltello mentre una volta credeva di essere dalla parte bella e lavorava contento.
Quindi cè il terreno per espressarsi solo in modo malato perché "non si può fare nulla" e tutte le strade sembrano chiuse, quindi cambiare gioco può sembrare il modo migliore di almeno ipotizzare di sperare di immaginare di prospettare remotamente di poter forse vincere o, almeno, non perdere come quando è la furia della retorica ufficiale a farti perdere.
Questo non giustifica la violenza, ci mancherebbe!, ma la spiega. Non è totalmente irrazionale ma è profondamente malata e la si spiega con lo stato malatologico delle istituzioni antidemocratiche.

2) I dei della gerontocrazia vogliono i loro tributi e così da una parte ci sono i vecchi che "non si può fare nulla" e dall'altra dei "giovani" analfabeti in politica (come in grammatica e punteggiatura, per altro). La vecchiezza che pervade una lingua che non usa più i verbi al futuro, gli stracci colorati, la retorica sempre più passatista, sempre meno parole per la fatica di articolarle, di scriverle sul telefonino e di pensarle poi si mangia l'esperienza che si possono aprire strade nuove e nessuno ti cazzia appena ci provi come fa la voce del navigatore appena non rispetti gli ordini.

Troppo bubbo!

14 ottobre 2011

Historicus articulus
Mi ha colpito leggere un bellissimo articolo historico che esplica di un punto nella storia essenziale, ma che non sapevo situare fino al punto da pensare che fosse stato progressivo e non legato ad un punto preciso. Bhe, sempre i cambi historici sono progressivi, ma in questo caso cè un punto che è essenziale ed è esattamente un punto e melo appunto.

Io non cero arrivato, anche se cero, ma cè da dire che un po' ero piccolo e meno saggio e un po' riguarda le bubbe più che i bubbi. Checchè su certe cose se uno le prova sulla pelle gli restano, altrimenti comunque le capisce meno e le memora poco.

La questione è quando una delle tante confessioni relegiose perse autorità nella vita dei bubbi comuni. E il punto è quello della pillola. All'epoca dei fatti di quando uscì quello della pillola la tale confessione religiosa era neutra su quei temi che oggi sembra che si occupi solo più di quello ed era ritenuta comunemente autorevole, prima che autoritaria.

Oggi non si può neppure immaginare che non parlino sempre di sesso o che siano ritenuti comunemente autorevoli, ma vedendo le carte antiche si ricava (e anche memorando, se uno cera).

La pillola era giudicata una bella cosa, così come lo è oggi, e riguarda proprio la vita comune e non le bubberie teoriche che poi uno non le capisce tanto.

Ma per via di questioni che non mi interessa appuntarmi la tale confessione religiosa disse di no. Che era male e tutto. E, di colpo, perse qualsiasi autorevolezza. Solo se uno è molto benestante e appartenente a certi sottogruppi un po' di dx si nota che ha tipo 5 figli o più (ma della stessa coppia, sennò è di quelli molto poco benestanti ed è un altro caso) allora ci crede che è male. Ma tutto il resto del mondo capì, ma quella comprensione che è sulla pelle e non nella testa, che non erano più per nulla autorevoli.

Poi partì una delle più clamorose arrampicate sugli specchi, che tuttora oggi raggiunge quelle vette di ragionamento teorico (e falso) di cui sempre mi compiaccio per il livello di bubbità perché sono teoria sofisticatissima del nulla. Peccato solo che sia così antireligiosa che fa quasi paura, tanto è la vicinanza con forze oscure che si possono a stento immaginare.

Ma questa che oggi è la diffusa teoria (beh, negli ambienti ristrettissimi dove si diffonde è diffusa) è solo il puntello ad un singolo, disatroso, punto di errore e scandalo.

Poi, continua l'articolo, partì l'incapacità di capire il consumismo. Col consumismo infatti il lavoro non era più al centro della vita ma era solo funzionale a sostenere il consumo. E questo era al centro della vita. Lo spiego meglio che l'autore non fa un esempio buono. Una volta uno per conoscerti chiedeva "che lavoro fai" oggi chiede "[SISTEMA OPERATIVO PER PAD 1] oppure [SISTEMA OPERATIVO PER PAD 2] ?". Non importa più che lavoro fai per espressarti socialmente ma che cosa compri con i soldi. Questa bellissima riflessione non è mia ma dell'articolo, ma qui quello che seguì è che la tale confessione non capì nulla di questo. Così continuò tra comunisti e dittatori senza porsi troppi problemi sui mali e sui demoni che si mangiaono le anime dei loro ex-fedeli tutti interi.

Ma anche questo viene dopo, ne è premessa quello della pillola.

Troppo bubbo!

13 ottobre 2011

Religio mundi
E' sempre più difficile memorare un mondo che la massa dei bubbi era religiosa ed era preoccupatissima di non finire all'inferno per l'eternità, anche se i segni ci sono in libri poco vecchi di pietra o di ebook.

Ma questa pubblicità di una compagnia aerea "Novità nell’orario voli invernale: voli diretti per il paradiso" dà l'idea che quel perenne mementos mori è dimenticato per sempre.

Troppo bubbo!
Sottosotto
Miravo a questo che sarebbe la soluzione del problema ma col video.

E prima mi ha distratto il cartellone della pellicola, che mi è venuto da memorarla mentre il bubbo parlava e ho dovuto ricominciare mappoi non riuscivo a seguire per via della "musica" di sottofondo. E lo stesso mi passa con la radio da un po' di tempo che scarto i programmi con il perepepè mentre parlano i bubbi.

Mami chiedo chissà i bubbi come fanno con questo della orrenda musichetta, che una volta le registrazioni curavano l'audio e ora è tutto inquinato e mescolato ma apposta. E mi pare pure che abbiano alzato la musichetta o forse è che mi fastidia ancora di più e non riesco a seguire.

Magari poi con mille cervelli elettronici si potrà togliere quello che un solo cervello bubbo ha messo, sancendo ancora una volta la superiorità della stupidità naturale su quella artificiale.

Troppo bubbo!
Limitatio bubbitatis
Mi dò sempre più spesso conto che ci sono cose ben più bubbe di questi appunti, e mi preoccupa.
1) ho ricevuto una mail da una rivista tecnica pizzaiola (non troppo, purtroppo). E' strapiena dell'odiatissimo spazio-punto-spazio, spazio-duepunti-spazio (sempre con i duepunti usati a casaccio, comè dobbligo) e altre nefandezze che non voglio memoreare. Il fondatore (uno che all'estero aveva imparato e poi portato tra le pizze) è morto da poco, la rivista è stata venduta e questi sarebbero i nuovi che pretendono di spiegare senza imparare.

2) dovevo clikkare due pagine a caso per una prova. Parto dal sitio di un agenzia delle pizze, per questioni tecniche. Miro la pagina. Non trovo una sola notizia che possa clikkare senza vergogna e senza che i log mi registrino (sia pure con mentito IP) nella categoria del sottocretino. Rifaccio la prova partendo dal blog di Bubboni.

Ma sarà Troppo bubbo?

10 ottobre 2011

Bonis crisis
Due cose bubbe:

1) prima tra le pizze non cera la crisi, poi cera su metà degli articoli di un periodico e sull'altra metà no e comunque i ristoranti erano pieni e quindi poi non cera davvero. Ora non solo cè ma è europe* (e quindi non è che dipenda proprio dai pizzaioli).
Però anche se cè serve. Infatti i pizzaioli si rassegnano che siccome cè lo stato, che già di utile faceva poco, è perfettamente legittimato a fare ancora di meno.

Ovvio che il concetto non è che uno capisce da solo ma che viene imparato. Così ancora una volta dal male (la crisi) si può ottenere il bene (la diffusione che poi non li toglie più nessuno dei concetti chiave del neoliberismo più feroce).

2) sempre pià spesso ci sono i cuponazzi per le visite mediche. Così come ci sono le cassettine per i soldi per i servizi essenziali, attraverso i cuponazzi per le visite mediche il bubbino evita di chiedere ai servizio pubblico (che è obbligato a pagare) quello cha ha diritto di avere.

Anche il cuponazzo può diffondere l'idea che ci si salva da soli e solo avendo i soldi. E per di più con lo sconto.

Troppo bubbo!
Post mortes
Ho visto che il primo giorno erano tutti che era un grandissimo, poi il giorno dopo che aveva anche fatto qualche errore e chi non lo ammetteva era un fanatico religioso, poi il giorno dopo ancora che sfruttava i cini ed era bubbo e che comunque il futuro ora dipendeva da altri. Allora adesso che si può anche io mi appunto di quello che è morto.

Ma non è tanto la bubbità sua propria quella che emerge quanto come ha fatto, per me, emergere quella degli altri. Ho sempre pensato che fosse geniale ma nella media, ogni tanto sì e ogni tanto no e non capivo più che altro perché le altre grosse aziende non facessero lostesso ma delle cose belle.

Poi, quando ho capito bene come funziona un'azienda grossa, come si seleziona la dirigenza, come si producono le cose che poi si vendono e come si vendono senza produrle ma solo importandole (e tutti i disastri chene conseguono), allora mi è parso più chiaro quali scelte erano davvero sue e rilevanti e perché gli altri non riescono tuttora.

Mene sono dinuovo reso conto leggendo una presentazione di come vanno le cose moderne nelle telecomunicazioni. E' impressionante. Tutti i dati sono veri, corretti e con la fonte. Tutto il complesso di quello che ne ricava un bubbo dirigente delle telecomunicazioni è falso, sbagliato, limitato e passatista. E questo è esattamente l'effetto che vuole ottenere l'autore bubbo consulente. Il motivo è che interpretare i dati veri correttamente produrrebbe una critica forte, una necessità di rivedere le cose e le strutture (che sempre lottano per la propria sopravvivenza) e anche di capire che certi settori non bisogna spenderci (e dirlo a chi dirige proprio quel settore).

Ovviamente è impossibile per uno che voglia fare il consulente famoso e per essere onesto e etico è anche meglio essere quel po' di stupido e trullo che tanto agevola nella consulenza direzionale.

Così è questa la grandezza del tale. Essere riuscito a fare quello che andava fatto, sicuramente circondato da chi usava dati veri per conclusioni false (e per di più scritte con i condizionali, in modo che poi puoi dire che lo avevi detto, ma che all'epoca non lo volevi assolutamente dire e se uno lo ricorda non lo avevi proprio detto).

Sono le conclusioni di tutti gli altri, quelle che ora tutti sene lagnano quando vedono come andava fatto ma che, nella propria azienda, non si sognerebbero mai di mettere in discussione.

E speravo anche che il successo di un altro poi portava che tutti avrebbero voluto fare lostesso. Ma non è così. Il successo di un altro è più spesso motivo di dire che va disprezzato (perché evidenzia il tuo insuccesso) che non di essere di ispirazione per fare ancora meglio.

Perché uno magari è meno bubbo del solito, ma tutto il resto è
Troppo bubbo!

08 ottobre 2011

Dove va lo sviluppo delle arti
 Come impone la legge neoliberista, in tutte le nazioni cè quello della tassa sui supporti digitali (e poi i bubbini pensano che il loro voto sia inutile! Quando con un voto si eleggono anche quelli delle altre nazioni!).

E' bello vedere le motivazioni della tassa e, come sempre dico, la pena che devono darsi i burattini di cada nazione per comunque mettere una motivazione che poi più o meno sono tutte uguali (il bello del governo globale è sicuramente il risparmio nello sforzo democraturatico).

Ora pare che in una nazione quello che si era incaricato di giustificare la tassa, e tutto bubbo diceva che lo sviluppo delle arti e i disoccupati e che sono tutti ladri e pirati, aveva rubato (dalla tassa digitale) varie migliaia di euri per prostitute.

E' bubbo sapere che una tassa ingiusta va per pagare le schiave affittate da un ladrone e non per produrre spazzatura musicale o visuale.

Troppo bubbo!

07 ottobre 2011

Ab antiquo
Non credevo che i archeologi pizzaioli conservassero le cose nella speranza che, in un futuro remoto, una generazione di pizzaioli colti e che le apprezzano potesse poi riceverle dai passati. O almeno ricevere quello che incompetenza, nepotismo, conservazione dell'istituzione, tagli e donazioni agli amici, mafia e armati loro tutelanti hanno lasciato ancora in circolazione.

Io pensavo che le cose vecchie fossero conservate per poi usarle quando poi non si sanno più fare e cenè bisogno.

Ad esempio se uno non trova dove si compra il pane ma perché non lo vendono allora va a mirare a come facevano gli antichi e selo mangia bello caldo.

Quello del pane non è difficile, basta vedere i disegni archeologi che spiegano come facevano.

1) Bisogna essere tutti nudi, coi capelli lunghi e abbronzati. Lo sguardo intelligente, un po' da scimmia e un po' da bubbo è necessario per tutte le cose dei archeologi ma quello è facile.
2) Si batte con le pietre (che sono nel museo, ma poi si prendono quando serve) qualcosa di bianco.
3) Si mette una specie di panino molle sul fuoco di legnetti, ma sempre con le pietre del museo. Credo che battendo qualcosa di bianco si trasforma in un panino molle. Dopotutto non è che sappia leggere le parole più complicate del museo che hanno messo intorno al disegno.
4) Si mangia, sempre nudi, con lo sguardo intelligente e con le mani.

Non è poi difficile se ci riuscivano gli antichi che erano bubbi, basta copiare dai disegni tanto più che siamo tutti evoluzionati e futuri ma solo senza pane.

Troppo bubbo!

06 ottobre 2011

Auris principi
Miravo alla campagna del 20-N che, siccome uno è convinto di vincere, è un po' vuota perché dicono poco. Hanno ragione, meno parlano meglio si posizionano dato che, sia pure con qualche sbandamento sui monopoli, il popolino inizia vagamente a percepire che il neoliberismo selvaggio lo danneggia e che le sue ricette (tagli e privatizzazioni) sono senza senso (sempre se uno è popolino, ci mancherebbe!).

Ma quel poco che dicono mi è parso positivo e esperanzador. Non tanto perché parlano di stabilità lavorale, stato sociale o priorità del lavoro (in realtà sarebbe priorità dello stipendio, ma anche il popolino ha la sua retorica). Ovvio che se un ultraliberista candidato e ricco ti dice che la sua priorità è la sanità, già sai dove va a pappare e non dove trovare un pronto soccorso aperto anche, guarda un po', di notte.

Quello bello, il lato bubbo di questi slogan che chiaramente sottointendono il contrario di quello che sembrano dire è che il politicante ha capito.

Il 15-M ha lasciato il segno, le grida del popolino oppresso dalla politica economica europe*, la massa dei disoccupati e quelli che frugano nei bidoni hanno impressionato il politicante che di tanta pena senè impossessato. Così gli slogan sono gli stessi che userebbe un indignato anche se sottointendono delle robe che farebbe indignare anche un bubbo purché onesto.

Pur vivendo nel magico mondo dei principi gli slogan sono quelli del popolino, della sua instabilità perenne e della sua volontà di scambiare lavoro con tapas. Acora una volta va mirarta la sensibilità del principe e la sua bubbità, ovvio cheppoi vince.

Troppo bubbo!

05 ottobre 2011

Finché ci si pensa
Il tale prima ha fatto i debiti per essere rieletto e, per far contenti i tali, ha aumentato pazzescamente le cubature delle costruzioni, ha diffuso false notizie per attirare il mercato, ha distutto il tessuto urbano con costruzioni invereconde e si è intascato una bella fetta. Siccome ha avuto grande successo e procurato che tanti soldi andassero agli amici del partito presto sarà assiso tra i principi per ben più ampi saccheggi.

Mah. A me pare che poi la libertà di parola non serva a tanto. Ovvio, bisogna evitare di mettere nomi e circostanze, ma non è che le cose non si possono dire. Tanto chi non le capisce non le vorrebbe capire comunque, soprattutto se la fonte è bubba e gli amici sono suoi.

Il problema è più che poi il pensiero si limita per le scarse informazioni, l'autocensura si estende a tutto l'organismo e le idee finiscono prima di uscire. Lo spazio pubblico è vuoto e quello privato pieno di sospetti. Ma per i più televisivi poco cambia e gli altri possono solo sperare di riuscire a scappare.

Comunque se poi rimettono la libertà va bene, ma altrimenti credo che mi basti indurire il controllo che non ci siano MAI nomi ma solo [NOMI].

Del resto la libertà si può solo conquistare. Non la può dare qualcuno, figuriamoci dei passati che neanche lo sapevano bene quello di Internet!

Troppo bubbo!

04 ottobre 2011

In bubbitatis fundamentus gloriae
Lungi da Bubboni ipotizzare che le cose si possono anche capire, però quello dei musei mi colpisce sempre perché si mettono in contatto mondi che dovrebbero essere separati. Da una parte gli "esperti" e dall'altra la massa dei bubbi che gridano aggirandosi per le sale aspettandosi di essere intrattenuti da roba vecchia o bubba.

Così uno mira a un coso ma scolpito con cento bubbi che cantano tenendo in mano un frutto e sullo sfondo animali che corrono intorno ad una pera, e nel cielo due soli triangolari sormontati da un bue, e nel mare dei pesci quadrati, e nella cornice un intaglio in lingue dimenticate e il santino ti dice tutto sul fatto che una volta era colorato con vernici a base di bubbozinco, ora completamente perse, e null'altro.

Questo è il punto di vista dell'"esperto" che non si occupa minimante dei significati ma solo dei materiali. Non parliamo poi se il coso l'hanno restaurato perché a quel punto interessa solo il restauro e per nulla il coso, neppure in forma dei colori che non esistono più ma che bene o male li avevano ivi appiccicati.

Così miravo a una statuetta con un tizio che sembra sciacciare un bubbo piccolo e rosso (nella foto, come è giusto, il colore è sbagliato). E uno magari pensa che si tratti che una volta, perché la statuetta è vecchia, trattavano male i bubbi piccoli e resta confuso.

Allora metto qui il significato. Sarebbe che il bubbo è alla base di tutte le cose, perché tutte le cose sono bubbe.

Ma ci voleva tanto a esplicarlo nel museo?

 Troppo bubbo!

01 ottobre 2011

¿Fine della fine?
E' ora che miri ai periodici delle pizze, nonostante lo sforzo necessario, per cercare di come parlano di quello di ETA. Dopo il comunicato dei presi e il comunicato di dissoluzione della struttura politica credo che anche i pizzaioli dovranno adattare la loro propaganda al cambio.

Mi pare che ci sia il rischio che sia un po' come quella triste situazione in cui si trovano gli ambasciatori quando lo stato di cui abitualmente propalano le ambasce si decade e non cè più.
 Qui cè rischio di vedere che la propaganda internazionale dei terroristi assassini sopravvive alla evoluzione della linea politica e delle decisioni dei militanti e dei presi.

Sarebbe bubbo vedere i pregiudizi e gli interessi locali pizzaioli che tengono in vita una propaganda già senza oggetto da propagandare. Ma di cose bubbe sene vedono.

Troppo bubbo!
Troppo lavoro!
Miravo che cè un libro di vampiri o di morti, non so, che:
1) cè il video trailer
2) cè il primo capitolo con il librettino
3) cè la video intervista all'autore
4) cè il sitio
(poi ci sono nascosti i premi e le recensioni finte, magari anche i post e i commentari finti che dicono che è bello, le feste con i periodisti, le presentazioni, le dediche e che firmano il libro ma di carta, i banner e altre cose nascoste)
 e  fin qui melo aspettavo ma questo è nuovo

5) cè la cartolina con un pezzo che si stacca che sarebbe un segnalibro.

Eppoi uno si domanda perché non ho ancora scritto il mio primo bestseller "Io Bubbo"! Anche il segnalibro che si stacca!

Ah, il peso pesante della cultura!

Troppo bubbo!
Tempus patatas in temporum
Se mirare al futuro è sempre buono e innoquo, tirarsi dietro le cose dell'antichità bubba e oscura è pericoloso, come sanno quelli dei vampiri e degli armadi.

Così credevano che fosse una gran astuzia quella che i diritti durano sempre di più sulle produzioni che sarebbero di musica, libri e altre cose. E invece così connettono il mondo moderno, evoluzionato e bubbo con il passato oscuro e che erano tutti ignoranti e quindi ne iniziano a patire i pericoli.

Infatti uno ha domandato il proprietario dei diritti (ma di adesso) su un fumetto antico. Il fumetto è razzistico ma non come oggi che siamo moderni e equi. E' di quel razzismo antico, che sarebbe esattamente come quello di oggi ma se non ci fosse la propaganda: un mostro che sembra anche stupido come lo sarebbe una [NOTO HOTEL] torte non coperta dal cioccolato.

E oggi vai a dire che hai i diritti ma che sono cose istoriche, da capire per quanto erano bubbi e ignoranti i passati. Hic dirictus hic causa.

Troppo bubbo!

P.S.:  [NOTO HOTEL] torte è un marchio che hanno i diritti e non si può dire impunemente.